giovedì 15 gennaio 2015

Le gioie della comunione dei beni

Secoli fà la donna si accostava al matrimonio portando in dote lenzuola, tendaggi e tovaglie e l'uomo promettendo di mantenerla nella sua casa con il suo salario. Questa era la comunione dei beni.
Nonostante le battaglie femministe, la parità sessuale, la rivendicazione dell'indipendenza femminile,  a molte donne la comunione dei beni piace ancora molto. Sarà per il suo lato romantico di totale condivisione? Sarà perchè hanno paura di non poter scegliere, altrimenti, lenzuola e merletti? Sarà perchè si vogliono tutelare da ripensamenti o abbandoni?
Immaginatevi di comprare casa con la vostra dolce metà alla quale siete legati (anche) dalla comunione dei beni e di apporre entrambe le vostre firme su un bel contratto di mutuo trentennale, con il quale vi legate indissolubilmente anche ad una banca. Immaginate poi che, mentre la relazione con la banca rimane fedele e costante, quella con la dolce metà si spezzi e, dopo 4 anni dalla firma di quel contratto, se ne vada di casa e smetta di pagare la sua metà quota di mutuo. Per non farvi mancare nulla, immaginate anche che il giudice che presiede la separazione vi obblighi a pagare un assegno mensile per compensare le maggiori spese abitative di chi se ne è andato, presumendo che oltre a pagare metà mutuo (che non lo faccia al giudice poco importa perchè fissare l'assegno è compito suo, ma accertarsi che entrambe le parti matengano fede agli accordi, no!) debba pagarsi anche un affitto.
Ma voi siete persone oneste, quindi la vostra parte andate avanti a pagarla ogni mese, così come l'assegno (a questo punto ingiustificato) con il plauso di avvocati e consiglieri; ma con il passare degli anni, il debito accumulato aumenta, un accordo di vendita non si trova, anzi "Sono disposto a vendere ad un estraneo a 5, ma se la vuoi tu, voglio 10".... Morale? Ad un certo punto inizia a chiamare l'agenzia di recupero crediti della banca e hanno perfettamente chiaro chi ha sempre pagato e rispettato l'impegno e chi no, accumulando, oltre che migliaia di euro di debito, anche interessi di centinaia di euro al mese, ma a loro non interessa. Avete voluto la comunione dei beni? Vi ha elettrizzato firmare insieme il contratto di mutuo per il vostro nido? Bene, separati o no, nel debito siete solidali e ugualmente responsabili.
Ahhhh.....ovviamente in caso di vendita a terzi, si pretende una uguale ripartizione del ricavato. Ma come? Ma se da tre anni non paghi il mutuo per il quale ti do pure un assegno tutti i mesi?
Sbaglio o c'è qualcuno che fa la parte del babbeo in tutto ciò?

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